SUPERBONUS 110%

Ormai praticamente tutti hanno sentito parlare del Superbonus 110%, una delle misure più ambiziose messe in atto dal governo per cercare di rilanciare il settore dell’edilizia (tra i più colpiti dalla pandemia) e per migliorare il patrimonio edilizio italiano dal punto di vista energetico e sismico. Eppure finora il provvedimento non ha avuto gli effetti sperati: l’accesso al bonus, infatti, nella realtà risulta molto difficoltoso a causa di tutta una serie di fattori, primo tra tutti la complessità normativa, cui si aggiungono anche le numerose difformità urbanistiche da sanare ed i timori per i controlli successivi da parte di Enea ed Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo che il Superbonus 110% prevede una detrazione fiscale per i beneficiari addirittura superiore alla spesa sostenuta (per ogni 100 Euro spesi lo Stato offre 110 Euro di credito fiscale) per alcune tipologie di lavori sul proprio immobile: una misura di portata epocale.

Tuttavia, la complessità delle procedure e la limitata durata del provvedimento (alla data di pubblicazione del presente articolo la scadenza risulta fissata al 30/06/2022 e, per i condomini che a tale data hanno effettuato almeno il 60% dei lavori, al 31/12/2022) giocano a sfavore dell’obiettivo di coinvolgere la platea più estesa possibile di potenziali beneficiari. A questo occorre aggiungere l’enorme carico documentale che viene richiesto ai proprietari ed ai professionisti, sia in fase di progettazione/esecuzione che in fase di asseverazione, che porta a rallentare ulteriormente tutta la procedura ed a scoraggiare i possibili fruitori.

Il clima di incertezza attorno a questa misura, causato anche dall’elevato numero di circolari, direttive e linee guida emesse con cadenza quasi quotidiana da Enea ed Agenzia delle Entrate (addirittura a volte in contraddizione tra di loro su alcuni argomenti) finiscono per avere un effetto disincentivante. Ricordiamo inoltre che l’Agenzia delle Entrate ha il diritto di notificare il recupero del credito di imposta per mancata sussistenza dei requisiti per l’accesso al bonus per un periodo di 8 anni: una spada di Damocle che grava sulla testa dei primi beneficiari dell’agevolazione, ovvero i privati cittadini.

Un altro problema sono le condizioni di accesso all’incentivo, considerate troppo stringenti. Il Decreto Rilancio (D.L. 34/4040) che ha introdotto l’agevolazione fissa la tipologia degli interventi “trainanti” che danno diritto alla detrazione:

  • interventi di isolamento termico delle superfici opache disperdenti verticali, orizzontali ed inclinate
  • interventi per la sostituzione degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, a pompa di calore o di micro generazione

Requisito fondamentale è il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, da dimostrare con il cosiddetto “Ape convenzionale” da redigere in doppia versione: una preliminare all’intervento ed una successiva, per dimostrare l’avvenuto miglioramento.

E’ evidente però che il miglioramento di due classi energetiche è raggiungibile quasi esclusivamente con l’isolamento termico delle superfici (mediante cappotto termico; la sola sostituzione dell’impianto termico non è sufficiente. Il cappotto termico non è sempre un intervento semplice da realizzare, soprattutto per gli edifici di grandi dimensioni o per gli edifici di valore storico/estetico (si pensi alle facciate rivestite in pietra o decorate con fregi e stucchi).

C’è poi la famigerata conformità urbanistica e catastale, ovvero l’assenza di irregolarità o abusi edilizi sull’immobile per il quale si richiede il Superbonus. Secondo recenti stime si evidenzia come circa il 70% degli immobili italiani abbia almeno una difformità rispetto allo stato legittimo che va sanata (se sanabile) prima di accedere al bonus; ed i costi per le sanatorie non sono ammissibili alla detrazione.

Sono allo studio del governo dei provvedimenti che mirano a snellire e semplificare l’iter burocratico per l’accesso al bonus: l’auspicio di tutti gli addetti ai lavori è che si riesca a trovare il modo per favorire ed incentivare l’accesso al provvedimento alla platea più ampia possibile, nell’interesse sia dei singoli cittadini che dello stato stesso.

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